Civil War #1

Civil War #1 Copertina: Steve McNiven Storia: Mark Millar Matite: Steve McNiven Chine: Dexter Vines Colori: Morry Hollowell Inizia l’evento Marvel dell’anno, l’evento che stravolgerà l’universo Marvel per sempre, l’evento dopo il quale l’universo Marvel non sarà più quello che conoscevamo. Ho una sensazione di deja-vù… House of M? No, quella è finita a luglio, […]

Civil War #1

Copertina: Steve McNiven
Storia: Mark Millar
Matite: Steve McNiven
Chine: Dexter Vines
Colori: Morry Hollowell

Inizia l’evento Marvel dell’anno, l’evento che stravolgerà l’universo Marvel per sempre, l’evento dopo il quale l’universo Marvel non sarà più quello che conoscevamo. Ho una sensazione di deja-vùHouse of M? No, quella è finita a luglio, tantissimo tempo fa: siamo ormai pronti per un nuovo sconvolgente cross-over che ci indurrà a comprare svariati albi che mai avremmo acquistato (sto prendendo in giro l’ufficio marketing della Marvel, ma naturalmente questo non ha nulla a che vedere con la qualità dell’idea o della storia).

L’idea generale si fonda su un principio già visto, ma che è un po’ sotteso a tutto l’universo Marvel: il rapporto tra i cosiddetti mutanti e il governo. In questo caso, la scintilla che fa scaturire la crisi è l’errore di un gruppo di giovani supereroi protagonisti di un reality show e che ricordano le logiche di X-force, più di quanto dovrebbero forse. Significa forse che il futuro alternativo in cui si muoveva X-force, in cui i supereroi erano controllati dalle televisioni e più preoccupati della loro immagine che del bene collettivo, è ormai giunto? Certo anche il nome dei supereroi che compongono il gruppo è tutto un programma: Speedball (uno sport, sì, ma anche una combinazione di eroina e cocaina), Night Thrasher (che si commenta da sé), Namorita (vezzeggiativo che ha sempre suonato un po’ male) e Microbe (che combatte con i propri batteri…). Insomma, la forza del volume dall’inizio non sembra essere un tono epico da tragedia nazionale ma un’insostenibile leggerezza (che dovrebbe essere lontana dall’universo Marvel ma che purtroppo è vicina al nostro mondo) che porta alla tragedia. I New Warriors, per fare audience, affrontano un gruppo di criminali che sanno essere al di sopra delle loro possibilità, e ci scappa la tragedia. Ovvio.
Ritorna quindi d’attualità il disegno di legge per obbligare i supereroi a rivelare la propria identità, a registrarsi e a lavorare per il governo (anche se il fatto di cronaca, a giudicare dai numerosi accenni fatti dal comandante Maria Hill sulle pagine di Thor nei mesi passati, sembra abbastanza pretestuoso, il che ha una sua logica). E’ uno spunto interessante, ma non originale, come è interessante ma non originale l’onda di intolleranza che si riversa sui "superumani".
Mi è piaciuto invece molto il modo di trattare Capitan America, un personaggio che per costituzione è fuori dal tempo e che in un fumetto serio (non come quella roba con i nazisti che ci stanno propinando su Thor) non può che essere un personaggio isolato dalla sua stessa nazione, tradito e deluso. Ed è proprio in virtù di questa delusione nei confronti del proprio stesso governo che Steve Rogers si schiera contro il governo stesso ("i supereroi devono essere al di sopra di queste cose, o sarà Washington a dirci chi sono i supercriminali"): un colpo di mano intelligente che si rende perfettamente conto dei limiti e dei punti di forza del personaggio. Ciò che invece non riesco bene a capire è la reale posizione di Tony Stark: l’opinione espressa nella storia Gli Illuminati non regge e il suo appoggio al governo mi puzza di malafede e di scalata politica.
Vedremo se la trama svilupperà i temi sociali e politici in modo intelligente. Nel complesso comunque è una storia interessante ma non riesco ad urlare al capolavoro, per ora.

11 Comments

  1. Mi fa un po’ senso dirlo, ragno, ma sto anch’io con Capitan America. La registrazione è un atto politico per controllare i supereroi e indirizzarli da Washington: l’unica cosa che avrebbe senso è costringere il governo ad attrezzare le scuole (ho sempre considerato ridicolo che per poter controllare i propri poteri uno potesse andare solo da Xavier), per impedire disastri come quello causato dai New Warriors.

  2. aspetto di leggerlo per dare un giudizio, anche se spesso questi eventi stravolgenti sono solo trovate commerciali di scarsa qualità e che non cambiano un bel niente.

    staremo a vedere…

  3. E’ quello che penso anch’io: per questo mi viene da sorridere al vedere l’ennesima campagna di marketing uguale alle altre. Prendi anche House of M: condivido pienamente l’assunto di fondo (troppi, troppi mutanti, si stava stravolgendo l’assunto di fondo, andavano sfoltiti) ma ha poco senso depotenziare mutanti illustri che tanto poi, chi per un motivo e chi per l’altro, recuperano tutti i poteri.

  4. Mah, il fatto che i mutanti “famosi” non avessero perso i poteri era giustificato abbastanza bene (tutti quelli che erano presenti al combattimento ecc. ecc.): non ha avuto senso la perdita di poteri “random” che ha colpito alcuni (vedi Polaris, posso capire Magneto e Quicksilver, ma che aveva fatto Polaris a Wanda?!?) e ancora meno senso ha avuto il fatto che li abbiano recuperati altrettanto “random”. E poi qualcuno ha capito dove fosse Xavier? Mah… coerenza narrativa inesistente.

  5. ragno, ti capisco.

    Njord, io penso che sia in atto eccome. Autori che disfano quello che altri autori hanno fatto, personaggi che vengono dipinti da alcuni come positivi e da altri come terribilmente negativi, continuity e storie che saltano, personaggi che prima sembrano di potenza inarrestabile e poi vengono atterrati dal primo villain che passa… ci vorrebbe un editor-in-chief con gli attributi, ma sembra utopia.

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