Being Human

Ovvero il pilot senza una serie. Ho di recente avuto modo di vedere il pilota di questa miniserie inglese, grazie al mio pusher di fiducia, e non sono ancora riuscita a formarmi un’opinione in merito. Ci sono un vampiro, un licantropo e un fantasma che entrano in un bar e ad un certo punto il […]

Ovvero il pilot senza una serie.

Ho di recente avuto modo di vedere il pilota di questa miniserie inglese, grazie al mio pusher di fiducia, e non sono ancora riuscita a formarmi un’opinione in merito. Ci sono un vampiro, un licantropo e un fantasma che entrano in un bar e ad un certo punto il licantropo fa…

Sì, lo so. L’hanno usata più o meno tutti quelli che hanno recensito questo pilot ed è la battuta più facile che possa venire in mente. E però c’è un motivo se è la prima battuta che viene in mente guardando questo pilot, e non è semplicemente per via del fatto che ci sono un vampiro, un licantropo e un fantasma. L’atmosfera, e i miei giocatori sanno bene di che cosa sto parlando, è la prima a far pensare ad una barzelletta gotica più che a mattoni stile Underworld. Mitchell (un Guy Flanagan decisamente sottopeso) ha un piccolo problema con il bere: è un vampiro non particolarmente soddisfatto della sua situazione e che sta cercando di smettere. George (Russell Tovey, l’uomo dalle grandi orecchie) ha un piccolo problema con il ciclo: è un licantropo che ad ogni luna piena si trasforma and all that jazz. Per cercare di risolvere le loro intemperanze e aver ragione delle rispettive nature, i due amici – che lavorano come ausiliari in un ospedale – decidono di andare a condividere un appartamento vicino a Bristol (più precisamente, santa Wikipedia, nella località di Totterdown di cui mi pregiavo di ignorare l’esistenza). Tra l’entusiasmo di George e il cinismo di Mitchell di fronte alla nuova location, è subito chiaro ai due che qualcosa nella nuova casa non va, indipendentemente dai rumori, dai polli trovati crocifissi alla dispensa o alle scritte "Go away" in rosso sui muri ridipinti di fresco.
«What could be scary for one of us?»
«mmm… a bigger one of us?»
E in effetti l’intruso è "uno di loro", per quanto decisamente non più grosso. Infesta la casa il fantasma di una ragazza (Andrea Riseborough) con grossi problemi relazionali e di agorafobia: non riesce ad uscire di casa, soffre del fatto che nessuno sia mai riuscito a vederla prima dell’arrivo dell’esotica coppia, sembra avere seri problemi di negazione con le cause della sua morte e tutto quanto il resto.
Alla storia dei tre protagonisti si intrecciano due sottotrame sentimentali: la prima riguarda George e la sua ex Julia (Claire Foy), che ha mollato all’insorgere del suo piccolo problema e che ritrova in ospedale. La seconda riguarda Mitchell e un’altra ausiliaria, Lauren (Dominique McElligott) che uccide e trasforma in vampiro in quello che si potrebbe definire un momento di debolezza. Dietro a questo secondo filone si muove la società dei vampiri, con a capo tale Herrick interpretato dall’unico volto noto del cast, almeno per quanto mi riguarda: quell’Adrian Lester già visto in As you like it e Pene d’amor perdute, entrambi di Kenneth Branagh. E prendere un attore shakespeariano per fare il capo dei vampiri non è il primo cliché in cui scade questa serie, perché i vampiri vogliono smetterla di nascondersi e conquistare il mondo, perché l’amore la morte e la dannazione, perché oh mio dio che cosa sei diventato ecc. ecc. ecc.
Ora è tutto da vedere se la serie vorrà esplorare la vena leggera o concentrarsi sul filone pseudo-cospirativo e pseudo-drammatico. Personalmente consiglierei assai vivamente la prima scelta e, a quanto pare, sono ancora in tempo. Il pilot infatti sembrava essere rimasto fine a se stesso fino a quando una petizione lanciata dal Reading Chronicle ha convinto la BBC a programmare una miniserie di sei episodi che faccia seguito a questo episodio lancio, ma le riprese non sono ancora iniziate né programmate, pare, per via di conflitti nell’agenda degli attori. Vi terrò aggiornati. Voi nel frattempo procuratevi questo pilot che, banalità gotiche a parte, ha comunque degli spunti interessanti.

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