“Su Mantegna I”

Recensione del libro, dal Corriere di oggi. Indagare su Andrea «pictore» e scoprire che ogni epoca ha creato il suo Mantegna – ALESSANDRO BERETTA In settembre saranno cinquecento anni dalla morte di «Andrea pictore», com’è detto Mantegna nel primo documento che lo ricorda allievo nella bottega padovana di Squarcione. Ad indagare questo tempo – attraverso […]

Mantegna, Cristo Morto

Recensione del libro, dal Corriere di oggi.

Indagare su Andrea «pictore» e scoprire che ogni epoca ha creato il suo Mantegna – ALESSANDRO BERETTA
In settembre saranno cinquecento anni dalla morte di «Andrea pictore», com’è detto Mantegna nel primo documento che lo ricorda allievo nella bottega padovana di Squarcione. Ad indagare questo tempo – attraverso la dinamica materiale di un mito fatta di fonti letterarie, incontri, passaggi di proprietà, attribuzioni, derivazioni iconografiche, fortuna e incomprensioni – è l’imponente Su Mantegna I di Giovanni Agosti, primo tomo della storia di mezzo millennio di fama. A fare da scenario al libro è una visita alla mostra del 1992 dedicata all’artista di Isola Carturo (vi nacque nel 1430) presso la Royal Academy di Londra: ultima grande esposizione finanziata dalla Olivetti per cui Agosti era responsabile di alcune opere. È nel crepuscolo di quel mecenatismo che inizia il racconto della gloria di Andrea, illustrata di secolo in secolo seguendo l’idea che «ogni epoca ha semplicemente cercato un Mantegna diverso e spesso l’artista si è trovato a fare da propulsore ad altre avventure della storia delle immagini». A partire dagli intellettuali padovani che lo decretarono appena ventenne «artista ideale» per gli affreschi della Cappella Ovetari di Padova, passando per i rapporti con le corti di Mantova e Milano, al dramma che Agosti intitola Albrecht und Andrea , quando il giovane Dürer, innamorato delle stampe che Mantegna usò per diffondere i suoi disegni, cercò a Mantova il maestro ormai scomparso. Un saggio dal ritmo vertiginoso tra colore letterario e digressioni che debordano nell’officina delle note dove «cortometraggi di intrattenimento, bordate polemiche» danno corpo al sentimento che «dell’erudizione non si può fare a meno, oggi più che mai». Ne risulta un’opera bella e impura, retta da un rigore programmatico legato a palinsesti letterari e cinematografici: in apertura, calco dell’incipit di Petrolio di Pasolini, un appunto indica una costellazione di modelli – da Roberto Longhi di Officina ferrarese , a Fratelli d’Italia di Arbasino – e la compagine ha la struttura del film Berlin Alexanderplatz di Fassbinder, ovvero un prologo e quattordici episodi. Questo primo volume, aperto da una scorrevole «Vita di Mantegna», ne svolge sette chiudendo sui «Saldi» della collezione dei Gonzaga, con la partenza per l’Inghilterra nel 1630 dei Trionfi di Cesare : ultimo ciclo di tele del pittore di «severità e discrezione», custodito dalla corona inglese ad Hampton Court, e pietra miliare dei primi secoli di memoria del Mantegna.

Il libro: Giovanni Agosti, «Su Mantegna I», Feltrinelli, pagine 552 e 144 di immagini, € 45

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